Il Pn Metro 2021-2027 viene esteso ai centri urbani del Mezzogiorno: 3 miliardi di euro per transizione ecologica, e inclusione sociale. Nelle prossime settimane gli importi destinati a ciascuna città
Risorse più che triplicate ed estensione a 39 città medie del Sud: sono le due novità principali programma nazionale Città metropolitane 2021-2027, in gergo Pn Metro, che vale circa 3 miliardi di euro tra fondi europei e cofinanziamento nazionale (contro gli 860 milioni iniziali della programmazione precedente) da investire sulla transizione ecologica e l’inclusione sociale. Nelle prossime settimane saranno definite le quote di allocazione per le 53 città. L’estensione del Pn Metro è implicitamente un riconoscimento della capacità delle città di dare soluzioni efficaci ai problemi economici, sociali e ambientali del territorio.
Priorità e azioni del Piano
Organizzato secondo sette priorità, più l’assistenza tecnica, il Piano ha come obiettivi principali la prevenzione e mitigazione dei cambiamenti climatici – Green deal – e la lotta all’esclusione sociale – Social Pillar europeo. Le priorità cinque e sei (servizi per l’inclusione e l’innovazione sociale e Infrastrutture per l’inclusione sociale) che valgono complessivamente 327 milioni sono destinate solo alle città medie del Sud.
Il Pn Metro 2021-2027 attribuisce grande priorità al contrasto e mitigazione del rischio ambientale e vede la transizione ecologica come una potenziale opportunità per le città che sapranno adottare il paradigma delle “città circolari”, vale a dire, che sapranno gestire in maniera efficace e integrata le acque, il ciclo dei rifiuti, la riduzione delle emissioni e l’organizzazione della mobilità e della logistica urbana. Secondo il piano, l’elevata esposizione dell’Italia a rischio catastrofi è causata dalla fragilità idro-geologica, ma anche dalle gravi conseguenze dell’abbandono dei territori rurali e ai rischi dovuti all’iper-urbanizzazione e consumo del suolo che costituiscono una minaccia per la sostenibilità nei confronti dell’ecosistema territoriale. Tale rischio è reso più accentuato dal cambiamento climatico che impatta su infrastrutture rigide e complesse quali sono le città che necessitano di interventi per migliorare la loro resilienza.
Il piano prevede, ad esempio, interventi la messa in sicurezza delle aree urbane a rischio idrogeologico e idraulico; la prevenzione e contrasto degli effetti dovuti alla mancanza di approvvigionamento idrico dovuto al cambio climatico; opere di climate proofing di infrastrutture urbane; riduzione del rischio di isole di calore in zone urbane sensibili; sistemi di monitoraggio e allerta contro gli eventi meteorologici pericolosi; interventi per la conversione energetica degli edifici, per la gestione circolare dei rifiuti e infine, per la mobilità sostenibile.
Come funziona il Pn Metro
L’autorità di gestione del Piano è l’Agenzia per la coesione territoriale. Le 14 città metropolitane vengono delegate alla gestione del Pon dall’Agenzia a seguito della presentazione di un programma per la spesa dei fondi. Per le 39 città medie del Sud, alla loro prima esperienza con il Pn Metro, la scelta è stata di renderle organismi beneficiari per non gravare eccessivamente sulle amministrazioni. Il 6 e 7 febbraio l’Agenzia avvierà un dialogo con queste città per iniziare un percorso di accompagnamento alla co-progettazione per la spesa dei fondi.
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